E’ praticamente terminata l’estate.
Scrivo pochissimo. Ma un argomento sembra più pressante che mai ed è la sostenibilità delle nostre scelte quotidiane, soprattutto a tavola.
Dopo la FAO e Science, anche l’ ONU ha preso posizione analizzando i dati e gli studi a disposizione: una alimentazione a base prevalentemente vegetale è di gran lunga la più sostenibile, poiché la meno impattante sull’ambiente (per consumo di terreno, acqua e risorse energetiche), la migliore per la salute.
Eppure ancora oggi si sente l’eco di un articolo che accusa i vegan di essere non sostenibili, poiché dipendenti da quinoa, avocado, mandorle californiane e anacardi.
Ora io avevo scritto alcune riflessioni sulla mia pagina facebook e le riporto qui, perché ieri ho usato gli anacardi equosolidali e pertanto ho dovuto recitare mea culpa e chiedere perdono al mio selvaggio orto per averlo tradito.
” 19 Settembre 2017
Non credevo che la cosa meritasse una risposta, ma siccome vedo la rete invasa dal simpatico articolo sulla “non etica” della scelta vegan e mi è stata chiesta la mia opinione, faccio un riassunto. L’articolo dice alcune cose giustissime, ma parte da una base completamente errata e soprattutto ha scelto alcuni alimenti ad alto impatto ambientale, ma tralasciandone completamente moltissimi altri. Quindi la coltivazione dell’avocado è dispendiosa e la moda della quinoa ha fatto alzare i prezzi in Bolivia? Almè verissimo, ma la causa non sono i 4 vegan sparuti nel mondo, che purtroppo ancora non influenzano granché i consumi mondiali (per non citare una fonte di parte, potete verificare come anche il sito con ossimoro per nome “carni sostenibili” debba ammettere il costante aumento di consumo di carne globale http://carnisostenibili.it/i-consumi-di-carne-in-italia-e-…/).
Io consumo esattamente 500 grammi di anacardi l’anno e so scrivere la cifra esatta perchè li acquisto tramite gas prodotti tramite commercio equo e solidale. Mi chiedo se l’autore dell’articolo abbia mai visto gli scaffali con stuzzichini per aperitivi, pieni di anacardi salati, presenti in ogni discount e supermercato. E se supponga che solo i vegan li comprino (naturalmente gli onnivori li prendono solo commercio equo eh). Mi chiedo se l’autore dell’articolo sul serio creda che solo i vegan mangino avocado.
Non commento la sua strana idea per cui si debba mangiare tonnellate di mandorle come unica fonte di calcio, sarei messa male. Ne acquisto un chilo l’anno da piccolo produttore pugliese. Solo per cronaca ricordo che il latte di mandorla è adorato anche da chi segue la dieta a zona o da chi segue la paleo dieta o dai siciliani, se è per questo
La California è uno dei principali produttori mondiali (devo sottolineare che in Italia abbiamo buonissime mandorle e che possiamo scegliere quelle?), ma non considerare minimamente che è la stessa FAO ad ammettere che la causa principale nel mondo di deforestazione e consumo idrico è l’allevamento, mi sembra davvero un arrampicarsi sugli specchi. Anzi, mi ricorda chi indica il dito anziché la luna. Allo stesso tempo ha ragione! Ognuno di noi deve cercare di fare quello che umanamente può, nel proprio piccolo, per un mondo migliore. E questo significa anche e sopratutto considerare l’origine dei prodotti utilizzati. Non solo il cibo! A me ultimamente fanno dannare i vestiti, perché ancora non ho trovato una soluzione che non comprenda sfruttamento dei lavoratori e danno ambientale, ma dal momento che a San Germano Chisone fa freddino per girare nuda, opto per ridurre gli acquisti al minimo indispensabile (accorgimento che forse è la strada maestra per tutti i nostri consumi).
Quando ognuno cerca di fare qualcosa, è inutile puntare il dito sulle mancanze e le incongruenze che inevitabilmente abbiamo. Stiamo tutti scrivendo su un pc o su un cellulare esatto? Anche l’autore dell’articolo? Chiudo solo con una considerazione: per me è palese l’intento denigratorio non obiettivo, nel momento in cui si decide di considerare l’avocado e non i molto più coltivati, molto più consumati, molto più impattanti CACAO, CAFFE’, BANANE, olio di palma, CANNA DA ZUCCHERO (usata anche per alcol) e via discorrendo. O legname e carta. Perché non parlarne? Forse perché li consumano tutti e nessuno vuole sentirsi dire che dovremmo consumarne meno?
Edit: faccio una aggiunta a posteriori, perché continua a ronzarmi in testa. Quello che l’autore non sa (o finge di non sapere: rendere impossibile il fare qualcosa di buono è un ottimo sistema per dare a tutti la scusa di continuare a fare niente mettendosi l’animo in pace) è che moltissimi vegan a queste cose già ci pensano eccome. Se si potesse fare una statistica azzardo anche più spesso di quanto non lo faccia la gente in generale. L’autore forse non legge le infinite discussioni nei gruppi veg sull’olio di palma o sull’eticità del cotone non fair trade. Non sa che spesso ci auto invitiamo a non rompere tanto le scatole, perché risulteremmo ancora più antipatici. Se penso a tutte le occasioni in cui sono stata zitta ai compleanni sulla nutella. Se penso a tutte le volte che ho trattenuto le lacrime per non risultare giudicante sulle altre persone. Le critiche sono sempre costruttive, ma fini a sè stesse no. Quanti italiani onnivorissimi sanno quali marche di pasta garantiscono frumento italiano o acquistano pasta da piccoli produttori? Quali conoscono l’origine dei mangimi degli animali d’allevamento (anche del piccolo allevamento, a meno che siano autosufficienti anche per la produzione di fieno e cereali e anche nel caso sanno quanto spazio e quanto mais serve per i mangimi)? Io nella vita reale il più delle volte sto zitta. Sto zitta, mi mordo la lingua e trattengo le lacrime. E come me tanti, perché queste cose già le sappiamo, ma oltre che strani sappiamo che sarebbe controproducente essere pure rompicoglioni. Pertanto invito tutti, ma tutti a guardarsi il film GREEN. Il link in questa pagina (o che strano, una pagina veg che fa attenzione all’ambiente!) e pensateci chiudendo gli occhi ogni volta che comprate la nutella. Ogni volta che buttate confezioni di carta. Ogni volta che acquistate un mobiletto senza la garanzia di provenienza.
https://www.vegolosi.it/news/green-il-film/