Abbiamo IL super food, meglio dei semi di chia, delle bacche di goji e di chissà quale altro alimento miracoloso che buffamente costa suppergiù come pinoli. I cavoli 🙂
E non solo, tutta la famiglia delle crucifere (cavoli e cavolfiori, broccoli, ma anche rucola, ravanelli e senape).
Considerati salutari, quando non apertamente curativi fin dall’antichità, oggi la moderna ricerca scientifica ha confermato molti degli aspetti benefici e ne ha “scoperti” di nuovi, per esempio una spiccata azione anti-cancro. Trovate una pagina dedicata nella pagina dell’AIRC, per esempio.
Analizzando più nel dettaglio il modo migliore per consumarli però, si scopre che la cottura impedisce la formazione del composto che presenta le migliori proprietà anti tumorali, il sulforafano. Il composto in sè è stabile al calore, così come il suo precursore, ma l’enzima (chiamato myrosinasi) che trasforma il glucorafanino in sulforafano, è, come tutti gli enzimi, sensibile alle alte temperature.
Questo significa che la cosa migliore è mangiarli crudi (per esempio sotto forma di germogli di broccoli e se non siete avvezzi all’utilizzo dei germogli, consiglio la seconda edizione del libro di Grazia Cacciola, di cui avevo scritto qui, con nuovissimo sito dedicato: germogli sani), ma esiste anche una seconda possibilità e per la verità una terza!
E’ possibile tagliare il nostro cavolo o broccolo in anticipo, 40 minuti prima della cottura, in modo da dare all’enzima il tempo di agire.
Oppure ancora è possibile aggiungere, ai broccoli cotti, della senape in polvere, che, come tutte le brassicaceae, contiene l’enzima in questione.
Una brillante spiegazione la trovate qui (con annessi riferimenti bibliografici)!
Ma quanto se ne deve mangiare? Bè, il fitonutriente si ritrova nelle cellule del seno un’ora dopo il consumo! Lo studio è questo (mi spiace preveda parte del lavoro su animali 😦 ma la parte interessante e utile quella che è stata svolta su 8 donne). E la quantità sufficiente per misurare effetti positivi (in base agli studi in vitro) è perfettamente compatibile con una dieta sana, poichè ne basta mezza tazza; sebbene ovviamente l’effetto vada crescendo e sarebbe quindi consigliabile consumarne una tazza per volta.

Un altro suggerimento ancora può essere quello di fare i crauti!
La preparazione dei crauti prevede il taglio dei cavoli, la salatura e successivamente un periodo di fermentazione, senza alcuna cottura.
Otteniamo il sulforafano e gli effetti benefici dei fermenti quali il lactobacillus plantarum!
Ricordatevi solamente che l’eccesso di sale è altresì correlato ad alcuni tipi di tumore (sopratutto stomaco), cerchiamo quindi di compensare limitando o eliminando il sale agginto nella dieta quotidiana.
Le crucifere favoriscono anche le difese immunitarie a livello intestinale: contengono un fitonutriente trasformato dagli acidi nel nostro stomaco in una “chiave” per il recettore Ah (speciali recettori che coprono i linfociti intraepiteliali per riparare la barriera intestinale e fornire una prima linea di difesa dai patogeni). Queste verdure sono dunque essenziali per mantenere la funzione immunitaria intestinale come spiegato in questo articolo.
Il sulforafano sembra essere tuile anche per proteggere il cervello, la vista, dai radicali liberi; induce la produzione di enzimi di detossificazione e, come già detto, aiuta a prevenire il cancro (e migliora la sopravvivenza in caso di vari tumori).
Una fonte infinita di approfondimenti e link ad articoli scientifici è come sempre il sito Nutrion Facts. Consiglio vivamente di dare un’occhiata regolarmente a chiunque mastichi l’inglese 🙂
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