PLUM CAKE kiwi-uvetta

E’ un dolce molto leggero, morbido, perfetto per la colazione o la merenda, accompagnato da un bel centrifugato di frutta!

In realtà ho avuto l’ispirazione proprio pensando ad un modo per sfruttare la poltiglia di kiwi rimastami dopo aver fatto un centrifugato…

Questa ricetta può essere adattata a qualsiasi altro frutto e basta tagliare e spappolare un poco la frutta se non fate i centrifugati!!!

Ingredienti:

-2 bicchieri di farina integrale di grano tenero

-1/2 bicchiere di poltiglia di kiwi

-1/2 bicchiere di uvetta (sostituibile con granella di mandorle o nocciole!)

-1 bicchiere di latte di soia

-1 bustina di lievito vanigliato

– 3 cucchiai di malto di riso

-2 cucchiai di olio extra vergine di oliva

Preparazione:

In una ciotola capiente mescolare bene tutti gli ingredienti secchi. A parte fare altrettanto con frutta e latte di soia. Solo alla fine unire le due parti amalgamando molto bene.

Dovete ottenere un composto che si mescola con un mestolo, molto morbido e quasi “pastelloso”.

Porre il composto in uno stampo da plum-cake o stampini da muffin e infornare, in forno preriscaldato a 180°C per venti minuti circa.

Viene soffice soffice e molto gustoso!

Pressa per il tofu


Premetto che non è essenziale avere una pressa per fare il tofu: un colapasta farà altrettanto bene.
Ma siccome il mio amore era disposto a costruirmene una, eccola qua!
Non si vedono nella foto, ma ha dei piccoli piedini che la tengono leggermente sollevata da terra, in modo da lasciar sgocciolare via l’acqua.
Il fondo (si intravede) è bucherellato per la stessa ragione.
Il coperchio è piccolo, in modo da infilarsi all’interno della struttura, per andare ad appoggiarsi sul tofu cagliato coperto da un canovaccio.
Infine ci sono due pomellini per sollevare il coperchio, posti lateralmente, in maniera tale da lasciare lo spazio per appoggiare un peso (io uso una bottiglia piena di acqua).
Vedere che il proprio tofu esce con una forma regolare dà una piccola soddisfazione in piu!

Cuori alla zucca

Praticamente un piatto unico, a forma di cuore per l’occasione del San Valentino!

Il piatto in sè è veramente elementare e semplice, ma si presenta bene ed è comodo perchè può essere anche mangiato prendendo i cuori con le mani (e magari inboccandosi a vicenda!).

Ingredienti:

Per l’impasto:

-250 grammi di farina integrale

-50 grammi di germe di grano

-5 cucchiai di olio extra vergine di oliva

-120 ml di birra

Per il ripieno:

-250 grammi di zucca

-2 pugni di lenticchie rosa

1 spicchio di aglio

-1 pizzico di zaatar (spezia a base di sesamo, cumino , summak e coriandolo)

Preparazione:

In una ciotola ampia mescolare la farina con il germe di grano, mettere l’olio e aggiungere poi lentamente la birra, fino ad ottenere un impasto omogeneo, non appiccicoso e abbastanza elastico. Lasciare riposare l’impasto in frigo almeno un’ora, ma di più è meglio! E’ possibile prepararlo il giorno prima e lasciarlo in frigo avvolto nella pellicola…

Per il ripieno tagliare la zucca pulita a cubetti. In una padella fate soffriggere lo spicchio d’aglio, schiacciato o a fettine molto sottili a seconda che vogliate poi toglierlo o meno. Unite a rosolare la zucca ed i due pugnetti di lenticchie, aggiungendo circa un bicchiere d’acqua. Fate cuocere per venti minuti circa, fino a che l’acqua non si sia evaporata quasi del tutto e le lenticchie siano quasi spappolate.

Stendete l’impasto con il mattarello e con degli stampini a forma di cuore (o altro) tagliate tante forme che poserete sulla teglia. Mettete un cucchiaio di zucca e lenticchie su ogni cuore. Appoggiate sopra una seconda forma in modo da chiuderli e premete leggermente sui bordi.

Il tutto va infornato a 200°C per circa 20 minuti. Dovrebbe avanzare della zucca con lenticchie, che potete usare per accompagnare e guarnire il piatto di cuoricini.

Se lasciati stiepidire un poco sono un ottimo finger-food!

Tofu affumicato con Cavolo all’Indiana


Si tratta di una ricetta molto semplice, per una cena veloce e leggera, ma ricca di sapore, perfetta quando si deve preparare qualcosa un po’ in fretta!

E’ un modo rapido, ma veramente gustoso di cucinare il cavolo, che diventa un fantastico accompagnamento per il tofu.

Ingredienti (per 2 persone):

-Mezzo cavolo-verza di medie dimensioni

-uno spicchio di aglio

-125 grammi di tofu affumicato

-sale, pepe, peperoncino e mix di spezie indiane (anice stellato, coriandolo, noce moscata, cannella e chiodi di garofano)

-olio extra vergine di oliva

Preparazione:

Tagliate il cavolo a striscioline o pezzetti. Sbucciate l’aglio e tagliatelo a fettine sottili, che farete soffriggere un minuto con poco olio extra vergine di oliva ed un poco di peperoncino.

Aggiungete nella padella il cavolo-verza e salate e aromatizzate con il mix di spezie a piacere. Lasciate stufare con il coperchio, mescolando di tanto in tanto, a fuoco basso, per un quarto d’ora circa.

Quando la verdura ha raggiunto il grado di cottura che desiderate, unitevi il tofu tagliato semplicemente a fette, per pochi minuti con il coperchio, in modo da scaldarlo.

Sistemate nei piatti e buon appetito!

Omogeneizzato fatto in casa

Non sempre si può cucinare qualcosa di fresco per i nostri bimbi tutti i giorni.
Io spesso preparo una “gran” quantità di pappa, che poi surgelo in vasetti da 125 ml (quelli degli omogeneizzati un po’ più grandi). Utilizzo poi questo omogeneizzato fatto in casa aggiungendolo ad una crema di cereali (che siano quelli istantanei o cotti e frullati da me).
Questa ricetta è adatta per bambini di almeno dieci mesi, perchè c’è del tofu. Ma è facilmente adattabile per le esigenze dei più piccoli!

Ingredienti:
-225 grammi di verdure miste
-125 grammi di tofu
-2 pugni di quinoa (o miglio)
-2 pugni di lenticchie rosa (o adzuchi)

Preparazione:
In una pentola fate bollire con circa un litro di acqua (ma regolatevi ad occhio durante la cottura) le verdure assieme alla quinoa e alle lenticchie. A cottura ultimata, dopo almeno mezz’ora, non dovrebbe più esserci troppa acqua.
Aggiungete il tofu a cubetti e frullate bene il tutto con un frullatore a immersione.
Questa pappa può essere versata nei vasetti e, una volta raffreddata, surgelata.
Con le quantità indicate si ottengono circa 10-15 vasetti.

Quando è il momento di preparare la pappa vera e propria prendo uno dei vasetti fatto scongelare a bagnomaria e lo unisco ai cereali. Nel caso di quelli istantanei (tanto comodi a volte!) metto 3 o 4 cucchiai di cereali, la quantità d’acqua calda necessaria a farli rinvenire e mescolo bene con il mio omogeneizzato.
Solo a questo punto è bene aggiungere semi di lino macinati (o un cucchiaino di olio di lino), una punta di cucchiaio di germe di grano e una di lievito di birra in scaglie. E un cucchiaino di olio extra vergine di oliva.
Tutto ciò va aggiunto alla fine e non va messo nei vasetti perchè le proprietà di questi alimenti verrebbero rovinate dalle alte temperature.

Avere a disposizione qualcosa di “pronto” è davvero utile in alcuni momenti!
La quinoa è ricca di ferro, le lenticchie ed il tofu apportano una buona quantità di proteine e le verdure miste (o monogusto, se preferite) sono una preziosa fonte di vitamine e sali minerali.
Attenzione però che le verdure non siano “troppe” rispetto alla quantità di cereale, perchè per i bambini è meglio non eccedere con la fibra!
Il topo adora questa ricetta!
Naturalmente a questa pappa aggiungo sempre della frutta. I macrobiotici storceranno il naso, ma così assicuro una buona fonte di vitamina C per assimilare il ferro. Per i bimbi è importantissimo!


Insalata di sedano-rapa


Dopo la panna cotta qualcosa di più “vitale” era d’obbligo!
Questa ricetta è semplicissima, ma l’accostamento dei sapori secondo me è ottimo, quindi meritava menzione.
Innanzitutto deve piacere il sapore del sedano rapa!
Bisogna grattugiarlo con il robot da cucina (o con una grattugia e tanta pazienza).
A questo è sufficiente aggiungere una manciata di noci, una bella spolverata di semi di lino macinati e di gomasio.
Una puntina di aceto, pepe e olio extra vergine di oliva a piacere.
Il sapore delle noci si sposa perfettamente con quello di questa radice così poco usata…
Inoltre si fa il pieno di Omega-3!

Panna cotta" al cioccolato amaro

Il mio compagno adora la panna cotta.

L’altro giorno ho adocchiato uno di quei preparati per dolci pronti ( non sto a specificare la marca) per fare la panna cotta e, con mio grande stupore, l’unico ingrediente non vegan era la colla di pesce!!!

Insomma, di panna neanche l’ombra.

Così ho deciso di provare a veganizzare la panna cotta, inspirata da un ingrediente di quel preparato: la fecola di patate.

Gli ingredienti per 4 porzioni:

400 ml di latte di soia

3 cucchiai di fecola di patate

90 g di zucchero grezzo di canna biologico ed equo e solidale

1 bustina di vanillina

1 bustina di torta gel (carragenina)

Si mescola bene sul fuoco, basso, tutti gli ingredienti, in modo da amalgamarli molto bene. Eventualmente ci si può aiutare con la frusta, a mano o elettrica.

Si preparano 4 stampini per budini e li si bagna con acqua fredda per evitare che il composto si attacchi.

Si versa il composto negli stampi e via in frigo per almeno 5 ore!

Per preparare una guarnizione al cioccolato, amaro, per me così compensa bene il dolce della panna cotta, ho fatto sciogliere 4 quadratini da una tavoletta di cioccolato extra fondente (sempre bio ed equo e solidale, se possibile, vista la provenienza del cacao e dello zucchero), ho aggiunto un cucchiaio di cacao amaro in polvere e infine ho aggiunto un goccio di latte di soia per far fondere bene il tutto.

Quando le panne cotte sono ben fredde dovrebbero staccarsi facilmente dagli stampi, le posizioniamo su un piattino e copriamo con il cioccolato fondente fuso.

Aggiungo alcune considerazioni: prima fra tutte il colore della panna cotta nelle foto non è bianco per via dello zucchero Mascobado, che ho usato io e che è molto scuro, se si usa zucchero più chiaro o meglio fruttosio il risultato rimane bianco latte; poi la consistenza, a me piace abbastanza compatta, per cui ben 3 cucchiai di fecola di patate, ma chi preferisse un dessert più gelatinoso basta diminuire la fecola e aumentare di conseguenza la quantità di gelificante (carragenina o agar agar);la vanillina io l’ho aggiunta perché ho usato latte di soia fatto in casa, che ha un sapore leggermente fagioloso, ma con un latte di soia già aromatizzato non credo sia necessaria; infine la guarnizione, anziché cioccolato si può preparare una cremina ai frutti di bosco, per esempio, o a qualunque frutto preferiate!

Marmellata di zucca; okara al curry

Ieri mattina sono andata al mercato al mio banco di fiducia, che vende frutta e verdure biologiche e locali.

Ha sempre poca scelta, ma questo mi ricorda di seguire le stagioni!

Ieri quel santo ragazzo del banco bio mi ha regalato mezza zucca, bella grande, perchè la buccia era già tutta molle e non poteva più venderla (ma l’interno era ancora bellissimo!).

Così arrivata a casa ho fatto la marmellata di zucca: 3 chili di zucca pulita a pezzetti, una manciata di chiodi di garofano ed una spolverata abbondante di cannella, 800 grammi di zucchero integrale di canna. Sembrava il pentolone fumante delle streghe!

La marmellata col profumo dei chiodi di garofano era buonissima!

Ho anche avanzato abbastanza zucca per fare un contorno alle erbe di provenza, semplicemente facendola andare con le erbette nel coccio.

Ho usato questa crema di zucca per accompagnare il mio okara al curry (ispirata dalla ricetta di Vera) che ho provato a cuocere in due modi: a polpette nel forno e tondo in padella a mò di frittata.

Ottimo!

Ho usato pari quantità di okara e di pane secco rammolato in acqua e sbriciolato con le mani. Ho aggiunto alla poltiglia un cucchiaio di semi di girasole, uno di lievito di birra in scaglie, uno di germe di grano e uno abbondante di olio extra vergine di oliva; poi, naturalmente, una bella spolverata di curry.

Impastato tutto e sistemato in forno a 200 gradi per mezz’ora dopo aver fatto delle pallottole.

Siccome mi avanzava una parte della poltiglia che non riuscivo a far stare sulla teglia, ho pensato di farla cuocere tipo omelette, in una padella unta.

Il risultato è stato davvero soddisfacente in entrambi i modi!

Polenta taragna per grandi e piccini

Da un’idea di Evelyn73, di Forumetici, ho pensato di preparare la polenta al mio topo.
Ma perchè non farla per tutti? E’ così bello cucinare qualcosa che potremo mangiare tutti insieme!
Ho scelto la polenta taragna, che contiene anche del grano saraceno macinato a pietra, perchè la trovo più saporita. Si trattava di una confezione di polenta precotta, quindi non sto a spiegare la preparazione, aggiungo solo che con 250 g di farina ho ottenuto una dose moolto abbondante per due e piccolo (quindi diciamo che se non si conta di fare il bis è un po’ troppo, ma tanto la polenta è così buona il giorno dopo)!
Per il bimbo vi ho aggiunto un paio di cucchiai di minestrone con pisellini avanzato e ho passato il tutto con il frullatore a immersione. Questa operazione non è affatto obbligatoria se i vostri bambini gradiscono cibo più consistente, ma il topo ha per il momento una vera avversione per tutto ciò che reputa troppo solido, quindi ecco perchè ho frullato e allungato con un goccio di latte di riso. Alla fine una spolverata di lievito di birra in scaglie, un filo di olio extra vergine di oliva e un cucchiaino raso di semi di lino macinati.
Per i grandi ho preparato un contorno di verdure, reso un poco più cremoso facendolo cuocere un po’ più a lungo aggiungendo del latte di soia home-made.
Ho usato: un soffritto di scalogno, un porro, una rapa, 3 topinambour.
Ho lasciato che il tutto (pulito e tagliato a fettine) cuocesse lentamente nel coccio col latte di soia che rende tutto incredibilmente più cremoso!
Sale e pepe a piacere e a fine cottura ho aggiunto dei semi di girasole, per inserire una nota più croccante.
La foto non è bella, per via dei colori bianchi delle verdure e dell’odiato flash, però ho cucinato di sera e non volevo aspettare la luce del giorno per mangiare:)
Il contorno di verdure non l’ho dato al bimbo per via dei topinambour, che danno aria e il pancino dei bambini ha dei problemi a digerirli! Con un contorno più “delicato”, ad esempio con delle carote al posto dei topinambour, potreste servire lo stesso piatto, eventualmente passato, anche ai piccini!

Posso garantire che la polenta col topo è stata un successo! E anche col suo babbo!

Macchina per fare il latte vegetale



Oh! Finalmente posso scrivere del mio recente acquisto!
Si tratta di una macchina per fare il latte di soia (o di altri semi), che ho trovato su e-bay; si chiama Soja Fit e costa 69 euro comprese le spese di spedizione (arriva dalla Germania).
Dunque: sono contentissssimaaaaa!
Il latte di soia viene molto bene, con un leggero retrogusto di fagiolo (come quelli in commercio non aromatizzati) che si copre perfettamente con un poco di vanillina o un cucchiaino di malto.
Il latte che uso per fare lo yogurt invece va benissimo così com’è.
Con 85-100 g di soia gialla secca si ottiene un litro e mezzo di latte, quindi il vantaggio economico è notevole!
Il vantaggio ecologico anche, se si pensa alle confezioni di Tetra-pack o altri poliaccoppiati difficilmente riciclabili risparmiate!
Si risparmia anche in viaggi su ruote della merce, ovviamente.
Altrettanto soddisfacente il latte di mandorla e di avena; un po’ così così il latte di riso, ma farò un po’ di tentativi diversi!
La poltiglia residua (che si chiama okara nel caso della soia) non si butta, anzi: l’okara serve per polpette e come addensante in altre ricette (ci sono degli ottimi esempi sul blog di Vera e di Erbaviola, segnati nella colonna accanto).
Sempre da un’idea di Erbaviola la poltiglia di riso o avena o mandorla è utilizzabile per fare degli ottimi biscotti!
Io utilizzo i vari latti vegetali sia per macchiare il caffè a colazione, che in cucina, ma sopratutto per le pappe e le merende del bimbo, che ha bevuto golosamente tutti quelli che fin’ora ha assaggiato, con l’aggiunta di un cucchino di malto.
Ovviamente poi il latte di soia serve per fare tofu e yogurt, quindi davvero prima compravo almeno 5 o 6 litri di latte vegetale a settimana…
Credo che questo sia veramente un acquisto utile e vantaggioso sia da un punto di vista economico che ambientale, nonostante il consumo elettrico.
Un ultimo appunto, per i crudisti: non so le altre macchine, ma questa ha anche l’opzione Raw Milk, per cui il programma 4 frulla bene bene senza scaldare l’acqua!

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